Intervista a Marco Mangili | Salvioni Design Solutions

7 luglio 2025

Intervista a Marco Mangili | Salvioni Design Solutions MMAPROJECTS S.R.L.

Marco Mangili è il fondatore dello studio di architettura internazionale Marco Mangili Associati con sede a Barlassina (Milano) che poi si è trasformata in MMA Projects e di Dynamic Design, uno studio di consulenza di project management, nato a Dubai nel 2014. Le due realtà offrono al cliente soluzioni integrate, spaziando da complessi residenziali, commerciali, headquarters ed hotel.

Ci parli del suo lavoro. Come è cominciato il suo percorso nel mondo del design e dell’architettura?
Il mio percorso nasce dall’interior design e dalla passione per il mondo dell’architettura che mi ha portato nel 1999 a fondare lo studio. In seguito, l’attività, non solo si è allargata assumendo molti professionisti del settore ma ha cominciato ad affacciarsi e trattare sempre di più con l’estero. Il legame con Dubai e la necessità di seguire progetti molto importanti e gestire di persona l’andamento dei lavori, mi ha portato a viaggiare sempre di più trascorrendo lì lunghi periodi in trasferta.

Più avanti, nel 2014, ha poi creato un secondo studio, la Dynamic Design sita a Dubai. Cosa l’ha portata a compiere questo importante passo? Com’è stato, e com’è oggi gestire realtà tanto distanti fra loro?
Dalla sua fondazione, la MMA Projects si è gradualmente trasformata divenendo sempre più autonoma e consolidata. Oggi MMA Projects nel suo percorso di crescita ha associato più persone rilevanti per poter gestire i diversi mercati. A far parte della società sono due figure storiche che hanno contribuito nel tempo ad arrivare a quello che siamo oggi. L’architetto Alessandro Vaghi come amministratore della MMA Projects che si occupa di tutto il mercato Italia e Cina e l’interior designer Dorotea De Simone che si occupa di progetti di interior e di tutti gli aspetti Comunicativi della società.
Nel 2013 vincendo numerosi concorsi per progetti importanti si è evidenziata sempre più la necessità di affidarsi a una terza parte per la gestione di grandi lavori. Come spesso capita le aziende importanti si avvalgano di studi esterni in loco per questo ruolo di coordinamento e amministrazione, nonché dei rapporti con i clienti.
Alla luce di quella necessità, nel 2014 ho quindi deciso di rimettermi in gioco, aprendo una nuova società preposta a questo compito. Per farlo ho dovuto trasferirmi e risiedere a Dubai, dove attualmente ha sede la Dynamic Design. Non si è trattato di un passo semplice, avendo vista coinvolta tutta la mia famiglia. In questa importante avventura è stata mia partner nonché cofondatrice dello studio, Dorotea De Simone.
Il trasferimento a Dubai ha comportato un radicale cambio nella mia vita, ma ora come allora sapevo che era l’unica soluzione percorribile: un rapporto così stretto con il Medio Oriente non poteva che essere gestito in loco, senza intermediari o partner esterni.

Cosa ci può dire di Dubai? Com’è lavorare in questo paese tanto distante dal modello europeo e occidentale? Cosa vuol dire gestire e avviare un progetto?
Peculiare di questa parte del mondo è che ogni cliente è molto esigente e ama essere attivamente presente in ogni fase di realizzazione del progetto. La flessibilità è dunque una qualità necessaria e sicuramente apprezzata, poiché il più delle volte capita di cominciare un progetto di un certo tipo e concluderlo in chiave totalmente nuova per esigenze di mercato e valenza economica. Parlo qui soprattutto dei progetti B2B, caratterizzati da tempi di realizzazione veloci e dinamiche estremamente flessibili.
Le ville private richiedono invece tempi totalmente diversi, in quanto dar vita a complessi residenziali comporta passaggi in genere più lunghi e articolati.
Quello che a un occhio esterno potrebbe sembrare fonte di frustrazioni, spesso risulta anche molto interessante e sfidante, dato che il risultato finale è molto soddisfacente e offre la possibilità di sperimentare a tutto tondo, cosa che in altri luoghi nel mondo, non sempre è possibile.
I progetti di MMAProjects colpiscono per la varietà di stili e ambiti in cui operano, dal Residenziale al Commerciale, dall’Hospitality al Retail e così via.  Ci parli un po’ di questa trasversalità. Com’è muoversi in ambiti così diversi?
Uno dei motivi del grande successo di MMA Projects risiede di sicuro nell’italianità della sua anima, qui tenuta in grande considerazione. Soprattutto nelle abitazioni private, l’anima del Made in Italy è molto richiesta in quanto sinonimo di garanzia di uno stile che da sempre fa storia. La peculiarità del gusto italiano dello studio è l’essere contaminato da influenze esterne. Chi lavora come noi in tutto il mondo sa che il modo migliore per valorizzare la propria cultura del design sia intrecciarla ai gusti locali, dando vita a novità e soluzioni creative altrimenti impensabili. In tal senso, MMA Projects deve la sua forza proprio alla capacità di valorizzare le influenze culturali traendone da ognuna la parte migliore.

Ci parli un po’ di Dubai, questa megalopoli nata dal deserto che in pochi anni ha visto letteralmente la sua mole centuplicarsi in un assortimento di opere grandiose e sfide architettoniche. Com’è vivere lì?
Una delle cose più impressionanti di Dubai è l’assenza di limiti. Chi vive qui percepisce la mancanza di confini nel realizzare ogni cosa e dar vita a progetti impensabili in altre parti del mondo. Spesso mi ritrovo davanti a idee surreali, tanto nel bene quanto nel male, il cui filo conduttore è il desiderio di sfidare non solo i limiti delle possibilità umane ma anche della stessa immaginazione. Dubai stessa ne è una rappresentazione: nata dal deserto in una zona apparentemente priva di attrattive, oggi è un vero e proprio Hub di trading a cavallo fra Medio Oriente e far-East. Investitori di tutto il mondo hanno concentrato qui i loro capitali dando sfogo al più ambizioso tessuto urbano creato a tavolino col preciso intento di distinguersi e crescere sempre di più.
Per un occidentale è impossibile non provare un iniziale senso di spaesamento. Dubai non possiede il fitto reticolo di strade e vicoli delle città europee la cui storia ha dato vita a crescite graduali e commisurate alle esigenze del loro tempo, ma grandiosi distretti e aree urbane collegati fra loro da autostrade. Nei singoli agglomerati è però possibile scoprire un modello di città più a misura d’uomo. Il centro economico invece ricorda molto più Manhattan, con grattacieli e strutture in continua evoluzione. 

Cosa vede nel futuro dell’interior design? Cosa pensa cambierà nelle progettazioni delle case del futuro?
Il mondo oggi è in continua trasformazione, soprattutto dopo il covid, la digitalizzazione, le connessioni…tutto è così veloce…Io però sono e rimarrò un romantico. Mi piace pensare che in fondo il modo di fare design non cambierà in maniera sostanziale, in quanto la componente artistica insita in ogni progetto è imprescindibile. Il dialogo e la libera diffusione di idee non si può evitare e come tale, è ovvio che richiederà sempre un determinato canale di diffusione, soprattutto colloquiale e visivo. Certamente cambieranno molti approcci e le metodologie di comunicazione ma la valenza “dell’incontro” credo riuscirà a mantenere la sua importanza e forza nei rapporti.